lunedì 5 maggio 2014

La classe non è acqua. E' carta igienica.


Le nonne sono infide.
Hanno un'arma infallibile per persuadervi ad andarle a trovare anche quando sapete in anticipo che vi sgretoleranno le balle: la vecchiaia. La tipica frase di una nonna astuta - non credete alla favola di Cappuccetto Rosso, è per ingenui! - è la seguente:

"Vieni a trovarmi? Che poi chissà se l'anno prossimo ci sarò ancora"

..con la variante:

"potrebbe essere l'ultima volta che ci vediamo"


Ecco, sono cinque anni che potrebbe essere l'ultima volta che vi vedete, e sono cinque anni che vi lasciate convincere, vostro malgrado, spinti dai sensi di colpa ad attraversare l'Italia o addirittura il mondo per rivedere la nonna per la terza ultima volta della vostra vita. 


E' proprio così che è andata, ed in breve tempo mi sono imbarcata sul treno che mi ha portata a Milano, finendo per incorrere in alcuni momenti classici che sicuramente(?) non sono l'unica ad aver provato. 
Prima fra tutte le sorprese, è stata la 2^ Classe Premium del Frecciargento. Ignara che una simile classe esistesse, in tutta la mia aria da poveraccia, continuavo a vedere carrelli con bellissime signorine e signorini ingiacchettati e tirati a lucido che passavano con bevande, cibo, giornali e caffè, e reagivo alla cosa girandomi dall'altra parte ed ignorandoli come la peggiore delle cafone. In realtà a volte partiva anche il "no grazie", educatissimo e degno della migliore asceta romana, come la mia magrezza sembrerebbe testimoniare, ma posso assicurare a tutti voi che trattenevo la bava con particolare fatica. Il fatto è che, pezzente come non mai, oltre che ingenua ed ignorante, non avevo nessuna voglia di pagare per avere un bicchierino di cocacola o un caffè. O quei crostini sfiziosissimi che..gnam. No, ecco. Avevo la mia acqua di lavandino e le mie crostatine, oh.
Come potete immaginare, alla fine del viaggio, e non prima, ho compreso la dura realtà: ognuna di quelle cose era del tutto gratuita e gentilmente inclusa nel tipo di biglietto che la mia genitrice aveva comprato al posto mio.



Immagine TRASH.

Arrivata a Milano e trascorsa una giornata e mezza con un paio di amici che non vedevo da tempo, non ho potuto fare a meno di notare come la città in questione sia funzionale ed organizzata ben oltre agli standard a cui sono solita. Non dico che i treni siano sempre in orario, chè siamo pur sempre in Italia, ma c'è la carta igienica nei bagni, i copricessi, tante sedie pulite in stazione, i prezzi analogici nei supermercati, i piccioni educati per strada, l'onda verde eccetera eccetera. Innegabile che al Nord le cose funzionino più che al Centro, ecco. Posso dire, però, in difesa della mia parziale terronaggine, che Milano è una città brutta. Ma brutta brutta brutta, neh! [cit.] 
Capisco perfettamente perchè un milanese non possa neppure immaginarsi a vivere nella squallida, povera, sporca, malfunzionante Roma, eppure quest'ultima resta bella, bellissima sempre. 





Giunta nella città natale di mia nonna, che non è Milano ma è a ben due ore di distanza da lì, in Valtellina, ho passato tre giorni di sentimenti ambivalenti. Volevo fuggire via, il più lontano possibile e subito. Tornarmene a casa, dai miei amici, dalla persona X, dal mio criceto, ed al tempo stesso avevo le lacrime agli occhi nell'osservare come possa farti sentire accolto trovarti in mezzo alle montagne, abbracciato dalla terra e quindi sicuro. Commozione e fastidio ed io sono stata combattuta finchè non ho compreso la cruda realtà: avrei dovuto passare due intere cene con amici di vecchia data. Amici dei miei genitori, che mi conoscono da quando avevo tre anni, e che non mi vedono da almeno dieci. Vi lascio immaginare quanto mi trattassero da adulta e potenziale partecipante ai discorsi - pur vero che io stessa sono stata condizionata dalla cosa. Insomma, lì ho capito che prevaleva il sentimento di fuga, ovviamente invano.



Valtellina, foto fatta dalla sottoscritta


Un appunto per voi genitori o futuri tali: la frase "mettiti qui, insieme agli altri ragazzi" e affini, va bene fino ai diciotto. Dai diciotto in poi, hai rotto il cazzo e mi stai discriminando. Oh. 

Aggiungiamo al tutto mia nonna che, poverina, è adorabile, ma come tutte le nonne mi tratta ancora come se fossi una totale incapace disorganizzata. VA BENE. Lo sono, un po'. Poco. Pochino. 
E quindi!? Eddai, lo so trovare il cesso a Milano Centrale, eh!


[nota: la vera differenza tra la Seconda Classe e la Prima - come ho scoperto al ritorno - è la presenza di carta igienica nei cessi. Sappiatelo]

2 commenti:

  1. ma looool il cibo gratis XD
    la settimana scorsa sono scesa in Italia (yee -.-') anche per vedere i miei nonni perché ogni tanto mi sento il senso di colpa visto che sono anziani e insomma, gli stessi motivi che ti hanno spinta in Valtellina ecco. Poi sono lì a tavola con loro e dopo 3 minuti di discorsi faccio di tutto per andarmene. Sono una bruttissima persona, lo so -.-° è che mi parlano solo di questo che è morto e l'altro che è malato! non ce la posso fare -.-°

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  2. Anche io mi sento una brutta persona, cerco di apprezzare certe cose al massimo, almeno lì per lì, però ammettiamolo: non siamo le uniche che hanno di queste sensazioni. Il salto delle generazioni fa tantissimo, è pure normale non sentirsi a proprio agio con persone che per ovvia questione di età non possiamo proprio capire! ..ok, non so se sia una buona giustificazione, però..siamo umane ._.

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